Storia della rivista



Fonte: libro CANDY CANDY della collana I love anime, pubblicato da Iacobelli Editore, scritto da Elena Romanello.


Nell'autunno del 1980 debutta nelle edicole italiane, a cura del Gruppo editoriale Fabbri, il settimanale di Candy Candy.
Nei primi numeri il giornalino presenta solo una piccola posta degli appassionati e il manga originale, colorizzato per renderlo più vicino al gusto dei giovanissimi lettori di fumetti dell'epoca.
Il successo premia un'iniziativa che per lungo tempo resterà unica nel nostro paese, quella di presentare un manga, e per giunta di genere shojo, in un periodo in cui in edicola si trovavano sugli anime solo pubblicazioni come TV Junior e Cartoni in TV, con disegni e sceneggiature realizzati in Italia.
Dopo 6 mesi di rodaggio, il giornalino si arricchisce di alcune rubriche tenute per l'occasione dai vari personaggi della serie.

Candy stessa si occupa di amicizia e rapporti umani, scrivendo in un certo senso l'editoriale del periodico, molto più conformista della serie stessa, Annie si occupa di bellezza, Archie di musica, Terence di viaggi, Klin di natura e Patty di shopping e varietà.
Completa il tutto la posta, che contiene non solo domande sulla serie animata, ma anche storie di vita, problemi e desideri di una generazione di ragazzine non così spregiudicate come le lettrici di Cioè, Dolly e Ragazza in, con le quali a scuola spesso ci si scontrava, perchè le lettrici di Candy venivano prese in giro e considerate ancora bambine, mentre le altre si pensavano già donne....o quasi.
Quando il giornalino compie un anno, nel 1981, inizia a pubblicare un altro shojo manga, LUNA (in originale Faustine), di Chieko Hara, ambientato in un'Austria da principessa Sissi, a cui farà seguito SUSY DEL FAR WEST (Maime Angel) e KITTY LA STELLA DEL CIRCO (Tim Tim Circus), entrambi della Igarashi.

Nel frattempo la serie originale di Candy finisce e la storia della bionda eroina continua con un seguito completamente realizzato in Italia.
I disegni non sono eccelsi, la trama non parte male ma poi si ingarbuglia, snaturando lo spirito di Candy, che diventa una specie di samaritana melensa.
Vengono poi aggiunti personaggi spesso inutili, mentre le storie narrano situazioni paradossali, al limite dell'assurdo.
Insomma, come si suol dire, si allunga il brodo finchè dura.

Nel 1982 il giornalino però inizia anche a pubblicare, sempre colorizzato, il manga di LADY OSCAR e dall'inizio del 1984 presenta poi altri due shojo, ALICE di Chieko Hara e VIA COL VENTO di Mutsumi Tsugumo. Infine nell'autunno del 1984 inizia la pubblicazione di GEORGIE.
A quel punto manca forse il coraggio di rischiare, comprensibile in un'epoca in cui dei manga non si aveva ancora la percezione odierna.
Lady Oscar, Via col vento e Georgie sono storie che andando avanti diventano via via più adulte, e per questo motivo vengono interrotte dalla redazione.

Le storie italiane di Candy vengono chiuse in modo affrettato, si prova poi a riproporre il manga originale, ma senza più particolare successo.
Il declino non si arresta e il giornalino cessa le pubblicazioni alla fine del 1987. Quel che di buono è stato fatto però sopravvive al logorio del tempo e Candy Candy in edicola resta una testimonianza importante delle passioni delle preadolescenti italiane all'inizio degli anni 80, oltre che il primo tentativo di proporre shojo manga, pur senza percepirne la carica di interesse per un pubblico non solo di bambine di 9 anni.
Il giornalino di Candy aveva infatti lettrici anche più adulte, nell'adolescenza e anche oltre, ma quando queste per esempio scrivevano, venivano trattate dallo psicologo di turno con un pò di sufficienza.
Peccato, con un pò più di grinta e di lungimiranza avremmo avuto i veri manga originali, in bianco e nero e non censurati, con vent'anni di anticipo!!!

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